Un semplice custode scova una bambola antiquata su una bancarella e la porge a un bimbo. Un istante dopo, dallo stesso giocattolo, un fruscio sinistro. Racconto del giorno.

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Una madre in difficoltà acquista una bambola usata per la figlia e vi scopre una storia capace di cambiare il loro destino.

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Pauline, vedova da poco e madre sola di una bambina di otto anni, Eve, teneva insieme la loro vita con turni di pulizie e conti fatti a matita sul retro delle ricevute. L’appartamento era piccolo, ma pieno di attenzioni: una pianta vicino alla finestra, disegni appesi con il nastro, un profumo di sapone la sera. Avvicinandosi il compleanno di Eve, Pauline voleva un dono che fosse speciale, nonostante il portafoglio leggero. Nel suo giorno di riposo, camminando tra le bancarelle di un mercatino, la vide: una bambola antica, sbiadita dal tempo, con in braccio un minuscolo pupazzetto. C’era qualcosa di tenero e ostinato in quel viso dipinto. Pauline trattò sul prezzo e la portò a casa, pagandola con i risparmi raggranellati a colpi di rinunce.

La mattina del compleanno Eve scartò il pacchetto con dita impazienti e un sorriso che illuminò la stanza. «Mamma, è bellissima!» esclamò stringendo la bambola al petto. Poi, mentre la rigiravano per sistemarle il vestitino, uno scricchiolio sommesso fece voltare Pauline. Notò una cucitura allentata sul fianco; infilò delicatamente un’unghia e trovò, nascosto all’interno, un foglietto ripiegato. Sopra, in una grafia infantile: «Buon compleanno, mamma».

Sbigottita, Pauline tornò al mercatino e cercò la venditrice. La trovò: si chiamava Miriam, un foulard a fiori e mani che tradivano l’abitudine a carezzare più che a vendere. Alla vista del biglietto, gli occhi di Miriam si riempirono di lacrime. Raccontò che la bambola era appartenuta a sua figlia, scomparsa troppo presto per una malattia. Quel biglietto era l’ultimo scherzo tenero di una bambina che aveva voluto festeggiare la sua mamma, anche nel dolore.

Quelle parole, così semplici, aprirono tra le due donne uno spazio di fiducia. Cominciarono a vedersi: un tè, due passi al parco, piccole confidenze che diventano grandi alleanze. Un giorno, Miriam porse a Pauline una busta: tremila dollari, messi da parte vendendo i giochi della figlia, «perché servano a far crescere Eve, come avrei voluto per la mia». Pauline provò a rifiutare, ma la gentilezza, quando è autentica, non si contratta: si accoglie.

Da allora Miriam divenne presen

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