“Un neogenitore butta fuori di casa la moglie con i loro gemelli appena nati; anni più tardi le chiede disperatamente aiuto.”

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Era una notte fredda e piovosa quando Lena si ritrovò sola a una fermata dell’autobus deserta, stringendo a sé le sue gemelline appena nate. Il vento tagliente le bagnava i vestiti fradici, mentre con voce rotta sussurrava una preghiera di speranza.

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«Dio, per favore, facci trovare un riparo stanotte…» mormorò, mentre le lacrime le scendevano sulle guance delicate delle bambine.

Non aveva più un posto dove andare. I suoi genitori non c’erano più, nessuno a cui chiedere aiuto. Solo pochi giorni prima aveva una casa, un marito e una vita da costruire. Ora tutto era svanito.

Un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare. Il cuore le batteva all’impazzata mentre stringeva forte le piccole, pronta a difenderle. Poi un sospiro di sollievo: era solo un cane randagio.

Ma non era la pioggia, né il freddo a tormentarla davvero. Era il tradimento che l’aveva portata lì.

Cinque anni prima, Lena aveva incontrato Travis, subito dopo la laurea. Lui era affascinante, ambizioso, e lei si era innamorata perdutamente. Dopo un matrimonio da favola, tutto sembrava perfetto… fino al giorno in cui gli annunciò di essere incinta.

«Proprio adesso? Ho appena aperto la mia attività, è un momento terribile!» rispose Travis, guardando con disprezzo quel test positivo.

Lena sperò che si sarebbe abituato all’idea, che avrebbe cambiato idea diventando padre. Ma poi arrivò l’ecografia: gemelle.

Il medico sorrideva, lui no.

«Ho detto che uno basta, non scherzavo», sbottò mentre uscivano dall’ospedale.

Da allora Travis si allontanò sempre più, rifugiandosi nel lavoro e ignorando la gravidanza. Quando Lena stava per partorire, lui era ormai un estraneo.

Al ritorno dall’ospedale con le due bambine, Travis non si presentò. Mandò la governante con l’autista.

Quella stessa notte le diede un ultimatum: «Puoi restare solo se ne lasci andare una. Altrimenti, tu e le due potete andarvene.»

All’inizio Lena pensò fosse uno scherzo crudele, ma quando lui posò la valigia davanti a lei capì che era serio.

«Non posso permettermi due bambini, uno è già un peso», disse con freddezza.

Il cuore di Lena si spezzò. «Sono tue figlie», piangeva, «come puoi…?»

Ma ormai era chiaro: Travis amava più il denaro che la famiglia.

Così, sotto la pioggia, prese la sua decisione. Con le piccole Isla e Naomi si allontanò per sempre da quella vita.

Alla fermata dell’autobus, bagnata e stanca, pregò ancora. Poi un faro squarciò l’oscurità: un taxi si fermò, e un’anziana signora, con un abito scuro da suora, le chiese dolcemente: «Figlia mia, avete bisogno di aiuto? Venite, le bimbe stanno congelando.»

Senza esitare, Lena avvolse le figlie nel cappotto e salì.

La donna la portò in un convento vicino, dove trovò calore, cibo e gentilezza. Lentamente ricominciò: insegnò nella scuola della chiesa e lavorò in un caffè la sera, risparmiando abbastanza da affittare un piccolo appartamento.

Dopo due anni aprì il suo locale, “The Twin Bean”, che ebbe subito successo. Quando le bambine compirono cinque anni, Lena aveva già altri due caffè e una casa modesta, ma piena d’amore, regalando loro l’infanzia che meritavano.

Tutto senza Travis.

Nel frattempo, il suo ex marito vedeva crollare il suo impero. Investimenti sbagliati e debiti lo rovinarono. Uno dopo l’altro lo abbandonarono.

Fu allora che pensò a Lena.

Aveva sentito parlare del suo successo, delle bimbe, dei caffè fiorenti. Con umiltà, un mattino di primavera si presentò alla sua porta.

Lena aprì, paralizzata.

«Travis?» disse.

«Lena, per favore», implorò, tremando. «Ho sbagliato tutto, ho perso tutto. Non ho più nulla. Ma so che tu stai bene… Non sapevo a chi altro rivolgermi.»

Lei lo guardò, combattuta. L’uomo che l’aveva cacciata con le sue figlie ora le chiedeva aiuto.

Gli occhi di Travis si riempirono di lacrime guardando una foto incorniciata di Isla e Naomi.

«Sono cresciute così… Perdonami.»

Il cuore di Lena si sciolse un po’. Ricordava ancora l’uomo di un tempo, anche se ormai era cambiato.

Gli porse un assegno, sufficiente per ricominciare.

«Mi stai aiutando?» balbettò lui, incredulo. «Dopo tutto?»

«Quella notte ho imparato due cose», rispose lei. «L’avidità distrugge tutto. E il perdono è un dono che facciamo a noi stessi.»

Travis scoppiò a piangere. «Non potrò mai ripagarti. Voglio rimediare. Con te. Con loro.»

«Non so se sarà possibile», rispose Lena con dolcezza. «Ma se vuoi cambiare, inizia a essere presente—per le tue figlie.»

Con queste parole chiuse la porta, non sul perdono, ma sul passato.

Il futuro, per lei e le sue bambine, era già pieno di luce.

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