«Per sedici anni un imprenditore ha cercato senza pace la figlia scomparsa, senza sapere che quella giovane, ormai donna, viveva e lavorava da tempo proprio sotto il suo stesso tetto.»

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Svetlana aveva il viso affondato nel cuscino, scossa da singhiozzi che spezzavano il silenzio della stanza. Aleksej, incapace di stare fermo, continuava a camminare avanti e indietro, col petto stretto da una domanda che gli bruciava dentro.

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«Come si fa a perdere un bambino?» riuscì a dire, con la voce rotta dalla rabbia.

«Non l’ho persa io!» gridò Sveta, con gli occhi pieni di lacrime. «Eravamo sulla panchina, Ol’ja giocava nella sabbiera con gli altri. C’erano tanti bambini, non puoi seguirli ogni secondo! Poi, all’improvviso, sono spariti tutti… ho cercato ovunque, metro per metro. Quando non l’ho trovata, ti ho chiamato!»

Le parole le si spensero in gola, inghiottite da un pianto nuovo, disperato. Aleksej si avvicinò, si chinò e le posò una mano tremante sulla spalla.

«Perdonami,» mormorò, con un tono più mite. «So che non è colpa tua. Non è una semplice scomparsa… l’hanno portata via. Ma io li troverò, te lo prometto.»

Le ricerche iniziarono subito. Polizia e volontari setacciarono cortili, scantinati, boschetti e parchi. Nessuna traccia. La piccola Ol’ja sembrava svanita nel nulla, come inghiottita dalla terra.

Quella notte Aleksej invecchiò di dieci anni. Gli tornava in mente la promessa fatta alla sua prima moglie sul letto di morte: proteggere Ol’ja a ogni costo, farne la bambina più felice del mondo. Due anni dopo si era risposato con Sveta, convinto che la figlia avesse bisogno di una madre. Ma tra loro non era mai nata una vera sintonia.

Per un anno intero Aleksej si cancellò dal mondo. A volte affogava nell’alcol, altre restava crudelmente lucido, ossessionato da un’unica azione: chiamare la polizia. Sempre la stessa risposta: «Nessuna novità.»

Esattamente un anno dopo la scomparsa tornò al parco. Si sedette sulla stessa panchina e pianse in silenzio.

«Piangi pure,» disse una voce alle sue spalle. Era nonna Dasha, l’anziana bidella del quartiere. «Le lacrime puliscono l’anima. Ma così ti stai spegnendo. Se tua figlia tornasse, cosa troverebbe? Un uomo distrutto? Intanto tua moglie svende l’azienda e lascia a casa la gente.»

Quelle parole lo scossero. Tornò a casa deciso e il giorno seguente riprese in mano la vita e l’impresa. Colse Sveta in flagrante con un altro e la mise alla porta senza esitare. Richiamò la sua segretaria di fiducia, rimise insieme i pezzi e ricominciò da capo. In pochi anni l’azienda tornò a fiorire, fino a diventare una potenza regionale.

Dietro la corazza dell’imprenditore inflessibile, solo tre persone conoscevano il fuoco che lo consumava: Lidija, la segretaria; Valentina, la governante; e nonna Dasha.

Sedici anni dopo, proprio nel giorno dell’anniversario della scomparsa, Valentina gli presentò una nuova aiutante: Oksana, diciannove anni, riservata, lo sguardo basso. Aleksej la fissò. Un gesto, un’espressione… e il cuore gli saltò in gola. Quegli occhi. Quel modo di spostarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Più tardi, da solo, aprì il vecchio album di famiglia. Alla foto del quarto compleanno di Ol’ja sentì il sangue gelarsi. Corse in cucina, prese delicatamente il polso della ragazza e sollevò la manica: al braccio pendeva un braccialettino d’infanzia, consumato dal tempo, ma inconfondibile.

«Dio mio…» sussurrò. «Ol’ja.»

Gli esami confermarono ciò che lui temeva e sperava insieme: Oksana era sua figlia. Era stata rapita e cresciuta in una comunità rom; poi un giorno era scappata. Dell’infanzia ricordava soltanto dal momento in cui la memoria aveva ricominciato a funzionare.

Aleksej la strinse forte, con le lacrime agli occhi: «Perdonami, amore mio. Non sono riuscito a trovarti prima. Ma adesso sei qui, con me. E nessuno ti porterà più via.»

Un anno dopo, nel campus universitario, una ragazza attraversava di corsa il cortile con i libri stretti al petto. I suoi occhi brillavano senza più ombre. Nessuno avrebbe immaginato che fosse lei, la bambina scomparsa tanti anni prima.

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