«Ma stiamo scherzando? Intende davvero farla sedere qui? Faccia qualcosa!» sbottò Louis Newman, milionario irritato, quando vide un’assistente di volo accompagnare una madre con tre bambini ai posti accanto al suo.
L’hostess, impeccabile, gli mostrò le carte d’imbarco. «Mi dispiace, signore, ma questi sedili sono assegnati a Debbie Brown e ai suoi figli. Le chiedo di rispettare l’assegnazione.»
«Non capisce! Devo chiudere un contratto importante durante il volo e non posso avere rumore attorno,» protestò Louis, visibilmente infastidito.
Debbie, che aveva sentito, intervenne con calma: «Se qualcuno è disposto a scambiare, posso spostarmi.»
«Non ce n’è bisogno, signora,» ribatté l’hostess con fermezza. «Ha pieno diritto ai suoi posti, a prescindere dalle opinioni altrui.»
Louis, contrariato, si infilò le cuffie per isolarsi.
Decollati, i piccoli di Debbie erano elettrizzati. «Mamma, guarda! Stiamo davvero volando!» esclamò Stacey, la maggiore. Qualcuno tra i passeggeri sorrise; Louis, invece, si chinò verso Debbie e sussurrò: «Può farli stare zitti? Devo concentrarmi.»
Debbie si scusò e invitò i figli ad abbassare la voce. Intanto notò che l’uomo maneggiava campioni di tessuto e parlava di tagli e finiture: doveva lavorare nella moda. Terminata la sua call, lei gli si avvicinò: «Posso chiederle una cosa?»
«Dica pure,» rispose lui, con aria superiore.
«Ho visto i campioni… lavora nel settore moda, giusto?»
«Dirigo un’azienda di abbigliamento a New York,» gonfiò il petto Louis. «Ho appena chiuso un accordo da milioni. Dubito che lei conosca certe cifre. Avrà una piccola attività, immagino.»
«Sì, è un negozio modesto, ma ne andiamo fieri,» replicò Debbie con un sorriso pacato.
Louis rise di scherno. «Lo vede? Non è il suo mondo. Meglio restare in economy.»
Stava per aggiungere altro quando la voce del comandante invase la cabina: «Signore e signori, desidero rivolgere un saluto speciale a mia moglie, Debbie Brown. Grazie per il tuo sostegno e per essere qui oggi. Questo volo è importante: segna il mio ritorno dopo tanto tempo.»
Louis rimase interdetto. Il marito di Debbie… era il pilota.
«Debbie,» continuò la voce dall’altoparlante, «sei il mio punto fermo. Nel giorno che ricorda il nostro primo incontro, voglio chiederti ancora: vuoi sposarmi?»
La porta della cabina si aprì e Tyler Brown uscì con un anello. Debbie, tra le lacrime e gli applausi dei passeggeri, disse di sì.
Louis arrossì, senza parole.
Sbarcando, Debbie gli disse con gentilezza: «Vede, signor Newman, ci sono cose che valgono più del denaro: l’amore e il sostegno della famiglia.»