«Mio figlio e sua moglie mi hanno umiliata soltanto perché portavo un po’ di rossetto. Quel giorno ho capito che era arrivato il momento di dare loro una lezione che non avrebbero mai dimenticato.»

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A settantacinque anni, c’è chi sostiene che sia arrivato il momento di rallentare, di “invecchiare con grazia”, di abbandonare ciò che viene giudicato troppo audace per l’età.

Ma davvero qualcuno ha il diritto di stabilire cosa significhi comportarsi “come si deve” a una certa età? Io credo che vivere voglia dire inseguire ciò che ci regala gioia, ciò che ci fa sentire ancora pieni di energia.

Per me, quella scintilla si chiama rossetto.

Ho sempre amato i colori intensi e decisi, che raccontano la mia vitalità meglio di mille parole. Non è un vezzo: è parte di me, della mia storia, della mia forza.

Eppure, per mio figlio e per sua moglie, tutto questo è diventato un problema.

La sera scorsa, mentre mi preparavo per una semplice cena in famiglia, stavo applicando con calma la mia tonalità preferita, Ruby Flame. In quel momento, Stephen si è affacciato alla porta.

«Mamma, sembri un clown disperato che cerca di tenersi stretta la giovinezza», ha detto, con un sorriso che nascondeva appena la cattiveria. Quelle parole mi hanno trafitto il cuore: sapevo che non stava scherzando.

Subito dopo, sua moglie Sarah lo ha spalleggiato con un sorrisetto compiaciuto: «Sono d’accordo con Steph. A questa età, il rossetto non si mette. Dovresti comportarti come tutte le donne della tua età».

Chi erano loro per dirmi come vivere? Non ho mai seguito le convenzioni, e non avevo certo intenzione di cominciare adesso.

«Pensate piuttosto alle vostre cose», ho ribattuto senza esitazione.

Sarah è rimasta spiazzata, cercando una scusa maldestra per sottrarsi, mentre Stephen tentava di smorzare i toni con un goffo «Su, mamma, non prendertela». Sono rimasta sola, ferita ma non piegata.

Per qualche istante ho vacillato, chiedendomi se forse avessero ragione. Ma quel dubbio si è trasformato presto in una fiamma di determinazione: nessuno avrebbe spento la mia luce, nessuno avrebbe deciso chi dovessi essere.

Da quel momento, ho capito che avrei dato loro una lezione indimenticabile. Non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con le mie amiche del bridge: ho solo cominciato a pianificare.

Stephen e Sarah avevano ferito il mio orgoglio. Io, però, non sono una donna che si lascia mettere all’angolo.

E così, quando si è avvicinata la festa annuale del quartiere, ho capito esattamente cosa fare.

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