Un facoltoso uomo d’affari trova una bambina smarrita e decide di aiutarla. Ma quando, poco dopo, incontra la madre della piccola, resta senza fiato: è la donna che aveva amato e perduto.
Era l’ora in cui il sole si era già nascosto dietro i palazzi e la città accendeva le sue prime luci. Arjun Malhotra, lasciata in anticipo una riunione pesante del consiglio, aveva scelto di camminare per respirare un po’ di libertà. Le strade del centro ribollivano di vita, ma in quella laterale regnava una quiete insolita.
Un pianto soffocato ruppe il silenzio.
Si voltò e vide una bambina di circa quattro anni, immobile davanti a una libreria chiusa. Abbracciava un vecchio orsacchiotto, gli occhi grandi e pieni di paura.
«Ehi, tesoro,» mormorò Arjun, chinandosi per guardarla negli occhi. «Ti sei persa?»
Le labbra della piccola tremarono. «Non… non trovo la mamma.»
Gli si strinse il cuore. «Non preoccuparti, ti aiuterò io. Come ti chiami?»
«Lila.»
«Piacere, io sono Arjun.» Cercò con lo sguardo intorno, ma nessun adulto sembrava preoccuparsi di lei. «Sai il numero di telefono di tua madre?»
La bambina scosse la testa. «Mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti.»
Arjun sorrise piano. «Tua madre ha ragione. Ma io voglio solo aiutarti, te lo prometto.»
Un attimo di esitazione, poi Lila annuì.
Dopo aver contattato le autorità e atteso invano al commissariato, la bambina era stanca e affamata. Piangeva piano, aggrappata al suo orsacchiotto. Arjun prese una decisione.
«Stanotte starai con me. Domani troveremo la tua mamma.»
La sollevò tra le braccia, e la piccola posò la testa sulla sua spalla, fidandosi.
Nel suo attico, il personale di servizio si mosse in fretta: una tata portò latte caldo e una coperta. Lila, incantata dalle vetrate luminose e dagli arredi eleganti, si lasciò rassicurare da lui.
«Non avere paura,» le disse Arjun. «Qui sei al sicuro.»
Il mattino dopo, avvisò i servizi sociali. Ma mentre aspettava che qualcuno la reclamasse, si accorse che quella bambina risvegliava in lui qualcosa di sopito: il desiderio di una famiglia che non aveva mai avuto.
Poco dopo mezzogiorno, arrivò la telefonata: «Abbiamo trovato la madre. Sta per venire.»
Con il cuore sollevato, Arjun accompagnò Lila nella hall. «Tra poco rivedrai la tua mamma. Sei contenta?»
Gli occhi della piccola brillarono. «Sì!»
Le porte dell’ascensore si aprirono e una donna ansante, col volto teso dall’angoscia, si precipitò verso di loro.
«Mamma!» gridò Lila, correndole incontro.
La donna l’abbracciò forte, piangendo di sollievo. Poi sollevò lo sguardo verso Arjun.
Lui restò immobile. Il fiato gli mancò.
«Anika?» sussurrò incredulo.
Lei impallidì. «Arjun?»
Non si vedevano da cinque anni. Cinque anni da quando il loro matrimonio si era infranto, lasciando solo dolore.
E ora…
Tra le sue braccia c’era Lila.
«È… tua figlia?» domandò Arjun, la voce rotta.
Anika abbassò lo sguardo. «Sì.»
«Quanti anni ha?»
«Quattro.»
Lui impallidì. Fece un passo avanti, tremando. «Anika… dimmi la verità. È mia figlia?»
Per un istante lei sembrò voler negare, ma la voce di Lila li interruppe: «Mamma, chi è lui?»
Le spalle di Anika cedettero. «Lui… è tuo padre.»
La parola lo colpì in pieno petto. Padre.
Si inginocchiò davanti a Lila. «Sono tuo papà.»
La bimba lo fissò confusa. «Ma la mamma diceva che non c’era più.»
Anika chiuse gli occhi, la colpa scritta sul volto. «Era complicato.»
«Complicato?» ribatté Arjun con durezza. «Mi hai lasciato senza una spiegazione. Ti ho cercata ovunque, e tu… aspettavi nostra figlia?»
Lei strinse la bambina a sé, tremante. «Non volevo che vivesse nel tuo mondo.»
«Il mio mondo?» gridò lui. «Quello in cui non le sarebbe mai mancato nulla? Dove sarebbe stata protetta?»
Le lacrime rigarono il volto di Anika. «Non capisci. Vivevi solo per il lavoro. Io non contavo più niente. Pensavo che non volessi una famiglia.»
«Lavoravo per noi!» ribatté Arjun. «Per costruire un futuro insieme.»
La tensione era palpabile, e Lila guardava i genitori con occhi smarriti. «Mamma, sei arrabbiata con lui?»
Anika si affrettò a rassicurarla: «No, tesoro. Solo sorpresa.»
Arjun si addolcì. «Qualunque cosa sia successa tra noi, ora importa solo lei. Ho perso cinque anni della vita di mia figlia. Non perderò altro tempo.»
«Cosa intendi?» chiese Anika.
«Che voglio esserci. Voglio far parte della sua vita.»
Quella sera, Lila disegnava sul tappeto una scena di tre persone che si tenevano per mano. Anika, guardando il disegno, sentì gli occhi bagnarsi.
«Chiede di suo padre da mesi,» ammise.
«Allora lascia che sia io a risponderle,» disse Arjun. «Non sarò solo un uomo ricco. Sarò suo padre.»
Le settimane seguenti portarono un cambiamento. Arjun divenne una presenza costante: portava Lila al parco, l’accompagnava a scuola, ascoltava le sue canzoncine.
Un giorno, mentre mangiavano un gelato, la bimba lo guardò negli occhi: «Papà, resterai sempre?»
Lui trattenne il fiato. «Sì, Lila. Per sempre.»
Ma la felicità fu presto oscurata.
Una sera, il suo assistente irruppe nell’ufficio con il volto serio. «Signore, c’è un problema. Qualcuno sta seguendo sua figlia. Abbiamo trovato fotografie scattate davanti alla scuola.»
Un brivido gelido percorse Arjun.
Non si trattava più solo di una riconciliazione.
C’era un pericolo.
E questa volta, avrebbe dovuto lottare non solo per la sua famiglia ritrovata, ma per proteggerla da chi minacciava di portargliela via.